mercoledì, maggio 05, 2010

Una giornata particolare

Ieri è successa una specie di magia strana, per essere a Milano. Ho lavorato e sono anche uscita, ho conosciuto persone bellissime e nascoste. Solo a NY mi succedeva quasi tutti i giorni. A Milano, invece, solo un paio di volte in dieci anni. Ecco perché.

Nel pomeriggio decido che se voglio far qualcosa di serio con un lavoro che ho appena abbozzato, devo andare alla biblioteca specializzata, cioè quella del Museo di Scienze Naturali. Mi sembra un po’ piccola e piena di gente dall’aspetto strano: studenti di 50 anni? No, ricercatori. Trovo in 10 minuti tutto quello che mi serve ma la bibliotecaria si accorge che ho ancora un po’ di pepe al culo.
Venga, mi dice, la porto nei laboratori dei seminterrati. Ma come? Gentilezza, disponibilità e velocità in una persona sola?
Mi accompagna in una specie di paese dei balocchi. Appena entro mi presenta il tassidermista, il quale mi da i contatti dello scenografo e mi spiega come si fanno i calchi al pesce luna. Certo, senza un muletto è un po’ difficile maneggiarlo, ma tant’è. Lui parla mentre restaura un serpente imbalsamato e sì, parla di cose serissime e fantasmagoriche, ma dietro di lui occhieggia uno struzzo a cui sta rifacendo le penne cadute e io sorrido, è tutto surreale. Dipinge le squame del serpente una ad una, a volte senza neppure guardarlo. Non ha ragazzi di bottega, perché ai giovani non interessa scuoiare il leone morto allo zoo per poi metterlo nei diorama del Museo. Ai ragazzi non piace dipingere le pietre di cartapesta. Ai ragazzi non piace lavorare le resine perché puzzano. Mentre cerco di fare in modo che mi adotti, vedo una specie di cavallino sottoscala e pure un poco slogato. Quello, mi dice, si è estinto nell’Ottocento. È l’unico esemplare rimasto in Europa. Devo ridipingergli gli occhi e lucidargli uno zoccolo.
Ecco, adesso so che dietro uno spettacolo come il Museo di Storia Naturale c’è una persona che si impegna da tanti anni e che nonostante il mancato guadagno ha sempre scelto di non lavorare per i cacciatori. Il Museo l’ho visto tante volte, ci ho portato i nipotini, sono andata a farci lunghe sessioni di disegno, ma solo adesso mi sono chiesta chi ha fatto tutti quegli animali, quei paesaggi di finzione e quei fondali splendenti. Solo adesso inizio a divertirmi sul serio.

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