mercoledì, gennaio 30, 2008

torton wedding



E quindi è andata. Mentre noi non abbiamo ancora capito come abbiamo fatto a fare in tempo ad andarci, a trovare un vestito, a trovare il regalo, loro si sono sposati. Alice fuma e beve fuori dal Mono appoggiata a una macchina. Camel light e rum con ginger ale, normale, direte voi, però pare ci goda a bere e fumare con un cerchietto d’oro al dito. Che erano bellissimi, bianchi e rossi e neri, lo vedete anche voi. Vivienne Westwood e vellutino nero, calze e tulipani rossi.
Al comune di Tortona c’erano tutti, gli zii della Sicilia, i coinquilini di Milano, i compagni delle superiori e i compari delle notti, i batteristi e i compositori, le sorelle le cugine, le mamme luccicanti e le nonne commosse, i padri finto duri, le comari emozionate, gli storici parmensi, gli amici da Berlino, Londra e Parigi.
Alla festa c’era di tutto, cibo vino e allegria, vestiti dai colori puri (Magenta 100, ciano 100, giallo 100, nero 100, verde televisione), occhiali bicolori, gilet di pelliccia, ori siciliani, gonne a paralume, t-shirt, scarpe turchesi, bolerini vermiglio, minigonne e tacchi, completi riservati piemontesi, capigliature dal brizzolato al new punk, lacrime e grida agli sposi.
La Rekkia, Borisone, CarloCap, FantaLau, Memoletta, Zibi, Landre, Cruccu, Milton, Doktor, Manetta & Friend.
Il nostro tavolo sembrava una cena di quelle belle in Gluck col tavolo da 12 e gli amici cari, che tante ne abbiamo fatte insieme, però stavolta Alice stava con Sandro ad un altro tavolo e a volte smettevano di limonare in un angolo e venivano a trovarci.
Evidentemente scossi dal delirio emotivo e alcolico, adesso stanno riprendendo una specie di vita normale, cercando di far entrare nel monolocale dell’amore tutti i regali compreso un piccolo tender per remare romantici e buttare le cicche nel mare.

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domenica, gennaio 20, 2008

cose (belle) dell'altro mondo

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mercoledì, gennaio 02, 2008

and the winner is...

La selezione, come pensavo, è stata naturale. Dopo appuntamenti infiniti di visione della casa, penso di poter redarre una mappa antropologica delle bestie che girano a Milano, assatanate per la ricerca della casa e con la bava alla bocca e i soldi già in tasca, le lacrime.
"Ti prego prendi me, non ce la faccio più"
Io non sono molto rigida, e in cuor di mamma volevo dar asilo a tutti, ma poi ho pensato che magari la pianista col canarino potevo evitarla. E anche il batterista. E anche il cuoco cocainomane. E pure lo studente troppo giovane, la maestra troppo triste, l'infermiere pazzoide, l'ingeniere che dice che la mensola del bagno è sovradimensionata, la commessa che discute la disposizione dei pensili in cucina. E allora ha vinto lui: Burak, il programmatore turco.

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