giovedì, novembre 20, 2008

il futuro, il presente, la metereopatia

Dovrei fare mille cose ma mille cose mi girano dentro come un ciclone, e non vogliono uscire, mi faranno scoppiare la pelle.
Ho il salottino pieno di quadri a metà, la mostra si avvicina ma non ho ancora quagliato, ho l’ansia a turbina. Forse per via dei soldi che non ci sono mai e alla mia faccia da grafico free-lance stanno venendo le rughe della paura. Pensieri, pensieri. Ho ricominciato a mandare curricula-curriculì di qua e di lì, ma nessuno risponde. Ok, li ho mandati da due giorni. Però. Uffa. Sono inquieta come una zanzara, mi sembra di far rumore anche mentre sto ferma. Mentre faccio altro, penso alla mostra, e mentre faccio i quadri penso ai lavori possibili alternativi che potrei fare. Risposta dal fondo del cuore: nessuna. I disegni prendono forma ormai indipendentemente da me, si fanno da soli, si modificano, sono figli ormai grandi che hanno preso la loro strada.
In realtà è questo: mi immagino vecchia con le dita a punta di grafite. Ma ADESSO ho l’ansia vera che questo potrebbe non succedere. Quindi mando curricula-curriculì.
Una sola risposta mi è arrivata al primo colpo: signorina, il suo curriculum è sovradimensionato per le nostre necessità. Ma che cazzo di ragionamento è? Se te l’ho mandato è perché ho letto quello di cui hai bisogno, e penso di poterlo fare. Cosa vuoi? Che sappia fare meno di quello che mi chiedi così non mi paghi 3 mesi per insegnarmelo? Mi sembra veramente assurdo. C’ho trent’anni, mai potuto permettermi di fare stages, mica incomincio ora.
Qualcuno vuol darmi dei soldi, per favore? Io in cambio produrrò quello di cui ha bisogno.
Sembra semplice, vero?
Esco un attimo, vado a prendere un po’ d’aria.
Anzi no, finisco il quadro.
Magari preparo le crocchette di patate.
Leggo il Corriere.
Disegno.
Scrivo un post.
Lavo i pavimenti.
Ricomincio a disegnare.
Butto il polpo che l’acqua bolle.
Metto i Morphine. Ecco cosa mancava.
Continuo a disegnare.
Continuo a disegnare…