martedì, novembre 14, 2006

tornare da un tornado e guarire

Quando esci dal tornado ti prendi due giorni sabbatici e puoi fare quello che vuoi. Allora ho assecondato con cura la meritata nullafacenza. Mi sono rotolata a salsicciotto nel copripiumone nuovo fino alle 11, ho aperto il frigorifero e ho trovato un limone secco che mi ha detto "ciao" e l'ho richiuso dentro. Sono andata al mercato e ho comprato del tonno bellissimo e l'ho mangiato crudo a letto. Ho messo i Morphine e mi sono riaddormentata e ho fatto dei sogni bellissimi che erano morbidi come un pavimento di gommapiuma. Al risveglio pomeridiano ho fumato due camel e fatto un caffè. Per consacrare definitivamente questo giorno di riposo ho fatto una cosa inutile data la stagione e la mia poca dedizione all'estetica: ho dipinto meticolosamente le 10 unghie dei piedi in rosso con decorazioni gialle e nere motivo ape. Ho letto un Dylan Dog bevendo Moretti. Quando ho deciso che potevo uscire dal guscio son passata dalla cartoleria-legatoria di via Donatello, e dopo aver fatto incetta di odori di carta e colla, ho comprato un quaderno per i miei progetti nuovi che non inizierò prima di dopodomani.
Un po' di tempo fa avrei avuto un fondino di senso di colpa bergamasco, oggi penso solo a cosa non fare domani. Penso di essere guarita.

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