Conversazioni indigene
Ieri pomeriggio sono uscita di casa (capita di rado, ultimamente, dato che lavoro in una stanza tra la cucina e la camera da letto) per andare a comprare l’agenda 2012. Già. Sono una donna impegnata (incasinata) e ho già appuntamenti (sole) per l’anno prossimo che devo assolutamente appuntare (Alzheimer). Cerco la libreria nuova della piazza in centro e passo da nota via dello shopping con la mia nuova amichetta BB e non riusciamo a camminare perché c’è troppa gente, e non riusciamo a parlare perché questa gente urla.
Quindi registro le seguenti conversazioni:
-E io gli ho detto che avevo fatto le cose giuste, che me l’aveva detto il cuore e l’insegnamento del Cristo.
-Io di sicuro non le compro un paio di Hoogan, mia sorella ha detto che gliele regala lei per Natale e poi cosa se ne fa di due paia, bisogna mettersi d’accordo. Ma avranno il numero 28?
-Io finchè non mettono le lucine non mi sento lo spirito natalizio da sballo.
-Cosa vuoi farci? Devo tagliarle le braccia? No, dimmi tu cosa devo fare. Per adesso mi limito a non lasciarle il cellulare in settimana, però si sente inferiore ai suoi compagni di scuola. Mi sa che domani la porto dalla psicologa e se la vede lei. Te la consiglio: fa miracoli.
-Ma guarda ‘sto stronzo di un stracomunitario, sono tutti uguali. Io che ho fatto l’operaio tutta la vita, adesso guarda qui stai attento con quella bici rimbambito, torna a casa tua!
-Appunto, vorrei entrare in casa mia, ma devo entrare da questo portone e lei ci sta davanti.
-Ma guarda te, adesso anche gli stracomunitari abitano nelle case del centro sopra il negozio dell’ottico.
-Appunto, sono io l’ottico.
Quindi registro le seguenti conversazioni:
-E io gli ho detto che avevo fatto le cose giuste, che me l’aveva detto il cuore e l’insegnamento del Cristo.
-Io di sicuro non le compro un paio di Hoogan, mia sorella ha detto che gliele regala lei per Natale e poi cosa se ne fa di due paia, bisogna mettersi d’accordo. Ma avranno il numero 28?
-Io finchè non mettono le lucine non mi sento lo spirito natalizio da sballo.
-Cosa vuoi farci? Devo tagliarle le braccia? No, dimmi tu cosa devo fare. Per adesso mi limito a non lasciarle il cellulare in settimana, però si sente inferiore ai suoi compagni di scuola. Mi sa che domani la porto dalla psicologa e se la vede lei. Te la consiglio: fa miracoli.
-Ma guarda ‘sto stronzo di un stracomunitario, sono tutti uguali. Io che ho fatto l’operaio tutta la vita, adesso guarda qui stai attento con quella bici rimbambito, torna a casa tua!
-Appunto, vorrei entrare in casa mia, ma devo entrare da questo portone e lei ci sta davanti.
-Ma guarda te, adesso anche gli stracomunitari abitano nelle case del centro sopra il negozio dell’ottico.
-Appunto, sono io l’ottico.
Etichette: happy life