sabato, ottobre 18, 2008

le cose, le pecore, insonnia


Tavolo in cristallo che serve per fare i disegni con la luce sotto; le sedie per gli amici e appallottolare i vestiti; la scrivania più piccola del mondo come le segretarie anni ‘30, computer sopra di essa e candelabro e posacenere, tecnigrafo con disegni di un mese fa, carta di tutti i colori e quasi tutte le dimensioni e grammature, libreria pesante che si sta sfondando, valigetta del trapano, CD ancora dentro i sacchetti della spesa, libri impilati che fanno da penisola alla scrivania più piccola del mondo, matite e penne in tutti i colori, scatola con cose non archiviabili se non nella scatola, quadri finiti, a metà, degli amici, lampadario trovato qui, cucina frankestein bianca, lavandino di Alice, lavatrice nuova, stendipanni della ferramenta di Niguarda, i coltelli dentro la valigetta dei coltelli ma alla fine uso solo la mannaia e il sottilino, pensili così così, pentole arrabattate, frigorifero sempre di Alice, cibo variopinto, piatti bianchi, vestiti mediocri, libreria che cade a pezzi, libri troppi, mensole sgangherate, televisione rotta, tavolino, due balconcini, campanellino suicida rampicante, letto con fidanzato in fase rem arrotolato come un arrosto succulento dentro le lenzuola, che non lo posso svegliare, son le 4 del mattino.
Mi servirebbe solo un po’ sonno nella casa dell’amore. Le pecore non le so contare.

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